“LASCIA UN LIBRO, PRENDI UN LIBRO”: un progetto etico-culturale

«Ricorda che dalle azioni del singolo dipende il destino di tutti»

 Alessandro Magno

 

Libri al profumo di pane o cioccolato, in mezzo a barattoli di vernici o prodotti per capelli, a disposizione di chiunque voglia leggerli? Dobbiamo questa realtà al belpassese Giuseppe Rapisarda, il quale «lancia sempre il cuore oltre l’ostacolo, per poi andarlo a raggiungere».

 

Giuseppe è l’ideatore di “Lascia un libro, prendi un libro”, un progetto etico-culturale che ha il merito di portare non tanto le persone ai libri, quanto i libri alle persone, nei luoghi – esercizi commerciali, associazioni, uffici – del vivere quotidiano.

 

Un’idea lodevole, che ha lo scopo di rendere capillarmente disponibili sul territorio, in forma del tutto gratuita, quanti più libri possibili, fino a creare una “biblioteca diffusa”. Un’iniziativa che ricorda quanto l’impegno di un singolo possa produrre effetti di innegabile e alto valore collettivo.

 

Qualunque esercizio o associazione può aderire al progetto, mettendo a disposizione uno spazio iniziale di almeno 50 cm. Quanto ai lettori, vige una sola regola: per prendere un libro, occorre lasciarne un altro (è possibile anche solo donare). Non c’è nessun obbligo di restituzione del libro scambiato, né di registrazione del testo o del lettore. Qualsiasi libro può essere lasciato e preso, fatta eccezione per testi scolastici ed enciclopedie.

 

L’obiettivo è quello di creare una rete nazionale italiana con – idealmente – almeno un punto libri in ogni comune (la mappa interattiva delle varie postazioni esistenti sul territorio è consultabile qui; tutti i lettori sono invitati a segnalare i luoghi di propria conoscenza, così da favorirne il censimento).

 

Innegabili i pregi del progetto: la protezione dei libri da vandali e intemperie, la lotta alla ludopatia, il riuso di libri dormienti e impolverati, o destinati al macero, con la conseguente educazione al recupero, alla sensibilità verso l’ambiente, al rispetto dei beni comuni, all’altruismo. Nonché la condivisione.

 

«Avere con l’altro, se non le stesse letture, perlomeno delle letture comuni […] è una delle condizioni per una buona intesa amorosa», ritiene Pierre Bayard. Certo, non si tratta di mettere in campo l’audacia dell’esperimento libresco della protagonista di La vita inizia quando trovi il libro giusto di Ali Berg e Michelle Kalus, ovvero disseminare libri con all’interno la propria e-mail nella speranza di trovare potenzialmente l’amore… Ma incontrare persone con biblioteche fisiche e interiori affini alle nostre ci dona un senso di connessione; così come, all’opposto, è arricchente confrontarsi con bagagli di letture diverse.

 

Che siano libri benamati che, avendo segnato o accompagnato particolari momenti della nostra vita, riteniamo possano essere un faro per altri; che siano libri magari un tempo apprezzati, che non risuonano più con la nostra attuale interiorità; che siano libri che, al momento, non ci “chiamano”, non ci “parlano”, e che potrebbero trovare il proprio lettore ideale in qualcun altro; o libri che, semplicemente, non hanno spazio nelle nostre librerie…

 

Indipendentemente dal motivo per cui sceglierai di affidare un tuo libro a mani ignote che lo raccoglieranno e gli doneranno un’altra vita – e così anche all’albero con la cui carta quel libro è stato creato – sappi che il tuo gesto potrà favorire riuso, scambio, divulgazione della lettura, connessione, condivisione.

 

Ti va di contribuire? Allora, lascia un libro, prendi un libro. Condividi l’articolo, passa parola, sostieni la pagina Facebook del progetto, aiuta a divulgarne la conoscenza! Chi lo ha ideato e coltivato vi ha dedicato tempo, passione, impegno.